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Visto da Go Project: Epic Win VS Epic Fail nel mondo del marketing

Il web è un enorme contenitore dove puoi trovare ogni informazione. Al tempo stesso funge da vetrina: ciò che va online è soggetto al giudizio del pubblico. Questa è la sorte delle varie campagne pubblicitarie che si susseguono mese dopo mese nei media, dalla tv allo sconfinato mondo di Internet.

A volte si vince, altre si perde. Vediamo di seguito quali sono stati l'Epic Win e l'Epic Fail più visti, rivisti, apprezzati e criticati degli ultimi mesi, e scopriamone insieme il perchè.

La polemica dietro la campagna pubblicitaria di Pandora

Partiamo dalla pubblicità di Pandora apparsa durante il periodo natalizio, che ha sollevato una valanga di critiche e attirato l’attenzione di migliaia di utenti, diventando virale. La frase incriminata era Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora. Secondo te cosa la farebbe felice?

Migliaia i post sul web che, con l’immancabile hashtag #EpicFail, parlavano di misoginia e criticavano tutti gli stereotipi che la pubblicità esprimeva.

La situazione non migliorò quando Pandora rispose alla polemica che impazzava sul web e non, nel tentativo di sedarla. L'azienda danese ha parlato di “fraintendimento” e ha precisato che lo scopo della campagna era piuttosto evitare che le donne ricevessero il regalo sbagliato (come, appunto, un ferro da stiro o un grembiule).

Eppure non è mancato chi, tra gli utenti comuni e tra gli esperti di marketing, ha “difeso” la campagna pubblicitaria. Ad esempio, tra le fila dei sostenitori, veniva sottolineato che bisognava intendere il concetto all’interno del contesto di riferimento. 

Arriva puntuale il competitor Cartier che, approfittandone, ha replicato “E poi ragazze diciamocelo: se vi ama davvero vi regala un Cartier, non un Pandora”.

Spot Buondì Motta: originale o esagerato?

Nel tentativo di essere originali, talvolta si tende ad esagerare - hanno commentato alcuni. Una pubblicità innovativa e geniale - hanno ribattuto altri. Alla fine la maggioranza degli utenti ha comunque apprezzato l’idea promossa da casa Motta, che con il suo spot pubblicitario sul Buondì ha catturato l’attenzione di tutta l’Italia, sia di coloro che la criticavano perché la riteneva lesiva dell’idea di famiglia, sia di coloro che l’hanno apprezzata. Il motivo?

Il mondo del marketing va spesso a braccetto con le neuroscienze. In che senso? Stimolare l’aspetto emozionale, mediante la tecnica dello Storytelling, attiva nel cervello dei circuiti cerebrali che conducono verso una maggiore propensione all'acquisto. È proprio questo che fa la pubblicità del Buondì Motta.

Nel campo del neuromarketing, si parla di “arousal”, termine che fa riferimento alla risposta generata dal nostro sistema nervoso, che diventa attivo e reattivo di fronte a un evento, un contenuto, un’immagine, in grado di stimolare la nostra attenzione. In più, l'effetto sorpresa attiva i meccanismi di attenzione e memorizzazione.

Il gioco è fatto: lo spot pubblicitario Motta di settembre 2017, poi riproposto con la puntata finale a marzo 2018, si è guadagnato un posto tra gli Epic Win degli ultimi tempi. 

In ogni caso, entrambe le aziende hanno ricevuto un’ondata di interazioni, attirato l’attenzione del proprio target di riferimento e sono state protagoniste delle conversazioni online e offline. Se lo scopo della pubblicità è che se ne parli, in un modo o nell’altro l’obiettivo è stato sicuramente raggiunto.