Il branding consta di una serie di elementi che, uniti insieme, trasmettono la vision dell’azienda. Dal logo inteso nel suo aspetto materiale, fatto di colori e font, al pay-off, che esprime un messaggio specifico, ai valori aziendali veri e propri.
Dopo l’immissione sul mercato, il prodotto/servizio circolerà e i consumatori lo ricollegheranno automaticamente al brand e all’azienda a cui esso appartiene.
Ma nel suo evolversi il mercato è imprevedibile e talvolta ciò che in passato riscuoteva successo e creava largo seguito può finire nel dimenticatoio.
Le cause sono varie, ma è più importante per noi soffermarci sulle soluzioni per riportare alto il tasso di engagement e incrementare le vendite.
In questa fase trova spazio a pieno titolo il rebranding, al quale un’azienda può ricorrere nel caso in cui appaia utile cambiare l’immagine e il modo in cui essa è percepita all’esterno, nel mondo dei consumatori.
Il rebranding è la strategia che conduce al rinnovo dell’identità visiva. I potenziali acquirenti devono re-immedesimarsi e cogliere i valori espressi, dal momento che il logo non comunica soltanto l’azienda di appartenenza, ma suscita anche emozioni e crea un senso di appartenenza. Si tratta di un procedimento complesso, i cui passaggi vanno stabiliti caso per caso e a cui procedere solo se appare necessario.
Casi di rebranding di successo
Talvolta le strategie di rebranding delle aziende si sono rivelate azzeccate; altre volte sono state parecchio rischiose. Seguiamo l’evoluzione di 5 famose realtà aziendali che hanno fatto i conti con il rebranding e ne hanno tratto vantaggio.
- Nissan
Da Datsun a Nissan. La storia del celebre marchio automobilistico conta anche un rebranding, che ha interessato tanto il naming quanto l’aspetto grafico, coi colori che rimandano sempre a quelli della bandiera giapponese.
- Airbnb
L’ultima versione risale al 2014, anno in cui è stato realizzato il logo definitivo, reso più snello rispetto ai precedenti. La strategia di rebranding doveva rimandare ai concetti di comfort e relax - come spiega Airbnb stessa nel video - e l’obiettivo è stato pienamente raggiunto. Semplicità e riconoscibilità sono state le linee-guida del processo, terminato con l’ideazione del Bélo, nome che l’azienda ha dato al proprio logo.
- FedEx
Prima di abbreviare nel 1994 il proprio nome era Federal Express, azienda attiva a livello internazionale nelle spedizioni. L’attività rientra tra quelle più di successo, dato che il nuovo design più minimalista è stato apprezzato da utenti del web e clienti di FedEx.
- Enel
Lo scopo era cambiare identità visiva, per adeguarsi a un mondo dove tutto è in continua evoluzione e movimento. Infatti, è stato proprio il movimento che ha guidato l’attività di rebranding portata avanti da Enel, che nel 2016 ha cambiato look. Stavolta si è puntato sulla flessibilità e non a caso è stato scelto il “cursore” come elemento-chiave del nuovo logo. Il tutto è stato accompagnato da una parallela strategia digitale dove, anche grazie alla tecnica dello storytelling, l’utente si trova sempre al centro. Perché ogni nuova identità digital, una volta creata, va comunicata.
- Apple
Chi non ricorda il vecchio logo ipercolorato? La mela, simbolo della Apple, è tutt’ora presente; mentre i colori del 1977 hanno lasciato il posto a un grigio chiaro e, nel 2015, al nero, ancora più minimal e moderno. Il motivo del cambio colore è stato il tentativo - ben riusciuto - di dare all’azienda un look più “fresco” e sofisticato al tempo stesso.