Novità

Nel 2017 oltre a curare la nostra immagine esteriore, quella che mostriamo al mondo, è estremamente utile per la nostra professione e professionalità, curare la nostra immagine digital. In precedenza si è visto quanto per un'azienda sia fondamentale curare un proprio corporate blog che le permetta di distinguersi nel vasto mondo del mercato.
Ora vediamo quanto sia importante curare il proprio personal branding, in particolar modo su LinkedIn. Attraverso il personal branding siamo in grado di "vendere noi stessi" creando un collegamento con gli altri.

LinkedIn, in questo senso, rappresenta la possibilità di applicare un marketing efficace sulla propria persona. In quello spazio si ha infatti la possibilità di raccontare i propri percorsi, le proprie ambizioni e le proprie competenze. Una solida e vera identità digital permette di generare interesse verso di noi. Ogni contenuto che pubblichiamo su un social, come LinkedIn rappresenta un investimento, che parla per noi in ogni momento, anche mentre noi dormiamo.

È importante curare il proprio profilo LinkedIn nei minimi dettagli per aumentare i collegamenti e non rimanere sconosciuti nel web. Ciò che si deve tener sempre a mente è che i testi non devono essere troppo lunghi. Pensiamo ad esempio ai campi liberi che LinkedIn mette a disposizione per descrivere le varie esperienze o nell'epilogo. È bene che il testo non sia prolisso, ma sia conciso e breve.
Ci sono piccoli accorgimenti che permettono di personalizzare il proprio profilo, nonostante su LinkedIn non ci sia la possibilità di formattare il testo, come l'utilizzo di spazi o elenchi puntati e organizzare in modo sensato le proprie informazioni. Un personal branding efficace è quello in cui ci sia l'integrazione delle nostre attività offline con il mondo online, il tutto mostrandoci estremamente professionali. È utile sbirciare i profili di successo, quelli che sanno sfruttare al meglio il proprio personal branding, per prendere spunto.

Su LinkedIn, come su qualsiasi altro social, è importante essere attivi, così da comparire tra i primi risultati di ricerca: questo vi permetterà anche di creare una buona rete di contatti. Non bisogna però dimenticare che LinkedIn è un social in cui si parla di lavoro, per questo prestate attenzione a cosa condividete: non è importante mostrarsi sempre, ma mostrarsi professionali.

Il web marketing è sempre in continua evoluzione e un campo come quello culturale rischia il collasso se non si mette a paro con i tempi. Nasce così il web marketing culturale che in sintesi equivale a dire che la cultura veste "social", quindi gioca la sua partita sul web. In questo modo la diffusione della cultura in senso ampio aumenta considerevolmente rispetto a quando rimaneva fuori dal mondo social.

Le strategie di digital marketing più avanzate puntano sui contenuti, il tesoro che tutti gli utenti cercano. In questo contesto chi produce cultura ha una marcia in più. Un'ottima strategia social non vale solo per i progetti e iniziative o eventi che hanno inizio e fine ben determinati come uno spettacolo teatrale o una mostra. Il digital marketing deve diventare un approccio strutturato anche per i tanti musei che hanno un’attività continua.
Solo recentemente i musei hanno iniziato a utilizzare i social network per promuovere le proprie attività e il risultato è considerevole. In particolare la piattaforma che garantisce maggiore visibilità è Instagram grazie all'immediatezza delle immagini che arrivano direttamente agli utenti, permettendone la partecipazione a nuove forme culturali.

In che modo interagiscono i musei con i follower Instagram? Attraverso la condivisione di post che raffigurano i quadri presenti nelle sale, vari work in progress. Ma non solo: grazie alle Instagram Stories le istituzioni culturali hanno la possibilità di arrivare più direttamente alle persone attraverso un tono più informale con il quale si può raccontare una determinata esposizione o un evento.

In qualche particolare esposizione, il vero protagonista della mostra sembra essere lo spettatore che ha la possibilità di fotografare liberamente le opere esposte, divenendo così lui stesso un divulgatore dell'arte. Chi non ha visto, infatti, l'esposizione Love al Chiostro del Bramante? Lì è stata data la possibilità al pubblico di fotografare le opere e di condividerle sui vari canali social con l'hashtag ufficiale #chiostrolove. In questo modo è stato creato un vero e proprio punto di contatto tra l'arte e il pubblico esterno.

I musei hanno la possibilità, attraverso l'utilizzo dei social media, di conservare il passato, ma al tempo stesso riportarlo all'eterno presente che lo caratterizza. Ma quali sono i migliori spazi museali digital? C'è il MoMa, The Museum of Modern Art a New York che conta 3 milioni follower su Instagram con vari post che rappresentano locandine di eventi, spettatori che guardano le esposizioni, artisti all'opera e tutto questo conquista molti follower che si sentono anch'essi parte dell'arte.
Ad Amsterdam troviamo invece uno dei primi musei che ha aperto un account Instagram. Il museo social di cui stiamo parlando è il Rijksmuseum che utilizza Instagram per portare agli occhi dei propri 151 milioni follower le proprie opere d'arte. A Parigi, il museo digital tra i più famosi è il Musée du Louvre che ha 1,2 milioni di follower e altrettanti like ai post condivisi.

In Italia sono meno i musei che hanno vestito abiti "social", ma piano piano sembra che anche qui si cominci a comprendere il grande potenziale dietro i social network. Alcuni musei che si sono però messi sui social sono ad esempio le Gallerie degli Uffizi con 71,1 mila follower e 498 immagini condivise che vedono rappresentati le varie opere. Sul social network Twitter troviamo invece i Musei Reali Torino seguito da 7.872 persone che possono così rimanere sempre aggiornati sulle attività del museo.

È sempre più chiaro a tutti come la realtà social non possa essere messa da parte, specialmente se l'obiettivo è quello di promuovere iniziative ed eventi che altrimenti non sarebbero divulgate in così breve tempo ad un pubblico tanto vasto.

È l'ora della pausa pranzo e non sai dove mangiare con i tuoi colleghi? Hai già provato tutti i ristoranti, i bar presenti nella tua zona? Piove e preferisci rimanere in ufficio, ma non hai portato nulla per pranzo? Non rimane che optare per il pranzo a domicilio. Quali sono le applicazioni che in questo possono venire in nostro soccorso?
Noi di Go Project abbiamo pensato di analizzare alcune tra le migliori applicazioni con cui è possibile ordinare a domicilio il vostro pranzo.

  • JustEat è un'app totalmente gratuita ed è una tra quelle più famose per ordinare il pranzo. È collegata a circa 5000 ristoranti italiani. Con quest'applicazione c'è la possibilità di filtrare le proprie ricerche e di salvare le ordinazioni fatte. Per quanto riguarda il pagamento, si può effettuare sia in contanti come viene consegnato il pranzo o direttamente dall'applicazione con una carta di credito o con Paypal.

  • Deliveroo è un'altra applicazione molto utilizzata per ordinare il pranzo. Fa consegne molto veloci e offre servizi di takeaway. Cosa si può ordinare da quest'app? Di tutto, dall'hamburger, alla pizza e al sushi.

  • Foorban è ancora un'altra app che vogliamo riportare in questo articolo per consigliarvi sul vostro pranzo. I loro punti di forza sono la freschezza degli ingredienti che utilizzano, i metodi di cottura innovati e le consegne veloci grazie all'utilizzo di vespe e bici. Ordinando prima delle 12 la consegna è gratuita e si ha la possibilità di scegliere l'orario. Ordinando invece dalle 12 alle 15 il pranzo arriva in meno di 20 minuti.

  • Foodora è una vera e propria soluzione ai vostri pranzi, sia a casa che a lavoro. È molto utilizzata anche per i meeting. Le consegne a domicilio vengono effettuate a Milano, Torino, Firenze e Roma.

  • Uber Eats è un'altra applicazione per il pranzo a domicilio. Il nome è particolare, ripreso dalla famosa applicazione di taxi. Al momento è convenzionata solo con i ristoranti di Milano, per la precisione 100 di questi. La consegna avviene in 30 minuti e basta decidere cosa si vuole e al momento dell'invio dell'ordine verrà visualizzato l'importo totale che include sia il costo del cibo che quello della consegna.

Insomma, avete tutte le comodità per un pranzo veloce, ma al tempo stesso buono e che non rinunci alla qualità.

Il Piano Triennale per la trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione è stato scritto da AgID, l'Agenzia per l'Italia Digitale con la collaborazione del Team per la Trasformazione Digitale e rappresenta il documento che definisce il modello di riferimento per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Il Piano Triennale è stato approvato dal Presidente del Consiglio Gentiloni che considera la trasformazione digitale come una priorità del Governo affinché venga semplificata da un lato la Pubblica Amministrazione e dall'altro la vita dei cittadini.

Nel dettaglio il Piano di Digitalizzazione definisce:

  • le linee operative di sviluppo dell'informatica pubblica;
  • il modello strategico di evoluzione del sistema informatico della Pubblica Amministrazione;
  • gli investimenti ICT del settore pubblico.
Il Piano si prefigge l'obiettivo di guidare e al contempo dare supporto alla Pubblica Amministrazione, realizzando una visione tecnologica del sistema operativo del Paese.

Diego Piacentini, il Commissario straordinario per il digitale, sostiene che l'obiettivo del Piano Triennale consiste nel porre le basi per costruire una serie di componenti sulle quali le amministrazioni pubbliche possano realizzare servizi più semplici, adottando metodologie agili con un approccio mobile first.

I nuovi paradigmi della Pubblica Amministrazione saranno:

  • open source;
  • collaborazione.

Affinché la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione abbia luogo c'è bisogno - sottolinea Diego Piacentini - di tempo, costanza, e soprattutto collaborazione e volontà da parte di tutti coloro che sono coinvolti nel Piano.

Il Piano Triennale permetterà un maggiore coinvolgimento dei cittadini ed è inoltre sarà in continua evoluzione, considerando infatti che a settembre di ogni anno il Piano verrà aggiornato. Ciò che si propone è un modello diffuso e condiviso sia di gestione sia di utilizzo delle tecnologie digitali maggiormente innovative. La sinergia tra le tecnologie innovative, lo stile di management agile e il modello di governance garantiscono la possibilità di utilizzare i benefici delle nuove tecnologie assicurando ai cittadini una semplicità di accesso e miglioramento dei servizi digitali che già esistono. È chiaro dunque che questo Piano Triennale rappresenta davvero un passo avanti nelle Pubbliche Amministrazioni che saranno sempre più vicine agli utenti.

In un mondo sempre più veloce e social, come possono continuare a farsi sentire i poeti? Come resiste la letteratura, la poesia e ogni forma d'arte, sotto la spinta della continua evoluzione dei social network? Trasferendosi dalla carta al web!
È soprattutto Instagram il social più gettonato. Semplice, intuitivo, ma soprattutto visivo. Instagram basa la propria comunicazione sulle immagini che, facendo leva sull'emisfero destro dell'essere umano, sono immediate. Quindi? Arrivano velocemente all'utente che, in una manciata di secondi, legge un verso che trasforma in un cuore con un click.

Gli Instapoets è il nome di questi "poeti istantanei" che utilizzano Instagram come un contenitore per le proprie poesie e lo fanno o accompagnando una bella immagine con dei versi, oppure trasformando questi stessi versi in immagini. Insomma, gli Instapoets hanno compreso come il mondo dell'arte sta cambiando, per questo si stanno adeguando al nuovo modus operandi e sembrano davvero avere successo. Tante case editrici, infatti, vanno alla ricerca dei profili maggiormente seguiti fiutandone l'affare, basti considerare che, come riportato dal New York Times, tre dei libri di poesia maggiormente venduti negli Stati Uniti sono proprio quelli degli Instapoets.

Vediamo un po' di numeri. Tra gli Instapoets più seguiti c'è Rupi Kaur che conta circa 1,5 milioni di follower contro le 0 persone seguite da lei. Un vero e proprio successo social. Un altro che condivide le proprie emozioni su Instagram è Tyler Knott Gregson con 327 mila follower, molti dei quali sono arrivati le poesie del loro "idolo" sulla pelle.
C'è la giovane Lang Leav un'altra Instapoets che con le sue poesie incanta il web, per la precisione circa 380 mila fan. Aveva iniziato con Tumblr per approdare ora su Instagram, il social delle immagini. C'è anche Robert M. Drake, che vive a Miami collezionando circa 1,7 milioni di follower, fama che gli ha permesso di far diventare le proprie raccolte di poesia di veri e propri best seller. Questi sono solo alcuni degli Instapoets più famosi, ma ce ne sono stati in giro altrettanto seguiti, giovani artisti che hanno compreso la logica social e da qui stanno raggiungendo il successo a colpi di like.

La poesia ai tempi di Instagram ha la velocità di un fotogramma e sembra proprio questo ciò che ne permette il successo. Ovviamente non c'è solo quello a decretarne la viralità, c'è anche un ragionato utilizzo degli hashtag e della qualità delle immagini che permette loro di essere trovati nella pagina principale di Instagram e di trasformarsi nei post più popolari.

Che siano dei Poeti 2.0 questi Instapoets? A prescindere, una cosa è certa: quello che poteva essere un genere annientato sotto la spinta dei nuovi strumenti, ora sembra riemergere sotto vesti social.

I “foodie” sono una categoria di marketing molto specifica. Sono per lo più giovani tra i 25 e i 45 anni appassionati di cibo con abitudini di consumo molto sofisticate e con una forte propensione all’uso dei social e in generale della tecnologia. Per i foodie il social d’elezione è Instagram, l’hashtag #Foodie conta quasi 70 milioni di immagini, l’hashtag #foodporn oltre 133 milioni.

Se incrociamo questo pubblico con quello delle recognition apps, le app che riconoscono musica, oggetti o immagini a partire da una foto, scopriamo come ci sia un mercato ampio e decisamente a fuoco. Due i bisogni primari dei foodie: riconoscere ingredienti e ricetta di un piatto e scoprire le caratteristiche di un vino. Esiste questa possibilità? In parte sì. Più facile per il vino meno per le ricette.

È in avanzato stato di studio un’app che rivoluzionerà il modo di cucinare e manderà (forse) in soffitta il ricettario di famiglia con i suoi “quanto basta” o “regolati a occhio”. Si tratta di Pic2Recipe ed è una sorta di “Shazam del cibo”. Grazie a questa app, nata da un team di ricercatori del MIT di Boston, a partire dalla foto di un piatto è possibile risalire alla ricetta con tanto di lista ingredienti e metodi di cottura.
Alla base dell’app c’è un algoritmo che, sfruttando la logica delle reti neurali, confronta la foto di un piatto con un database di oltre 100mila ricette, alla ricerca della preparazione più affine. Al momento l’app è in fase sperimentale ma già inizia a dare i primi frutti. La percentuale di successo è di circa il 65%. Più un piatto è complesso più è difficile trovare tutti gli ingredienti. Secondo i ricercatori il frullato è il piatto più difficile da indovinare. Altro livello di difficoltà è lo “stile” e la qualità delle foto. Insomma, al momento, è bene avere il ricettario della nonna ancora a portata di mano.

Vita più facile per gli appassionati di vino dato che in questo settore le app di riconoscimento sono di più e più performanti. Al momento la migliore, di sicuro quella con il maggior numero di utenti (20 milioni), è Vivino. Come funziona l’app? molto semplice. Basta fotografare l’etichetta di un vino per visualizzare istantaneamente i commenti, le recensioni, il prezzo medio, le note sulla degustazione e gli accostamenti col cibo. Alta funzionalità è il collegamento con lo shop per acquistare la bottiglia.

La vera forza dell’app è il suo grandissimo database che può contare su una libreria di vini nel mondo con 10 milioni di bottiglie, 300.000 vini scansionati in media al giorno, 250 milioni di etichette scansionate fino a oggi, 209.000 aziende vinicole rappresentate. Volumi di utilizzo alti che ci raccontano di un’app molto testata che riesce ad automigliorarsi grazie al contributo degli utenti.

Presto grazie a queste app non vi sentirete più fuori posto quando si parlerà di grandi o quando, per impressionare il vostro partner, dovrete riprodurre il piatto che avete mangiato al primo appuntamento (ricordatevi di scattare una foto se questa sera avete un appuntamento galante a cena, non si sa mai).

Precedentemente abbiamo visto quali sono alcune delle strategie digital per avere successo sul web e una tra queste è quella di curare un blog aziendale. Il nome ufficiale è corporate blog e rappresenta la parte dinamica di un sito in cui si ha la possibilità di aggiornare gli utenti su novità del settore nel quale opera e di informarli sulle varie attività svolte dall'azienda stessa.

Curare un corporate blog è il modo più efficace per farsi conoscere, o per meglio dire, per far conoscere la propria immagine digital che coincide con una vera e propria identità digital che, in qualità di identità, rappresenta una realtà particolarmente complessa che non può essere lasciata al caso.
Molto spesso invece le aziende o non hanno un proprio blog, oppure lo hanno, ma non viene curato bene. La conseguenza? L'utente potrebbe rimanere sempre un potenziale cliente non arrivando mai ad esserlo. Il motivo? Chiunque avverte la necessità di soddisfare dei bisogni e spesso i bisogni sono il risultato di qualcosa che "ci parla". Un blog aziendale gestito con una certa puntualità permette di comunicare all'utente che, da potenziale cliente si converte in un vero e proprio affezionato.

Per comprendere meglio il perché sia fondamentale che un'azienda curi un proprio corporate blog, proponiamo un piccolo esempio di vita quotidiana. Immaginiamo due bar, entrambi belli e con prodotti di prima qualità. In uno chi ci prepara il cappuccino ci sorride, ci saluta e magari il giorno dopo ci riconosce anche, e uno invece il cui saluto è a mezza bocca, il sorriso sembra un obbligo e per tutte le volte in cui entriamo il nostro volto è uguale a tutti gli altri. In quale andrete più volentieri? La stragrande maggioranza risponderà nel primo perché lì c'è qualcosa che il secondo non offre: la comunicazione.

Comunicare è da sempre un must e, specialmente nel web marketing, lo è più che mai. Lo strumento principale che le aziende hanno a disposizione per mettersi direttamente in contatto con i propri clienti (o potenziali) è quello di aggiornali periodicamente attraverso un blog aziendale. In aggiunta a questo l'azienda acquisirà maggiormente autorevolezza nel settore di riferimento, guadagnando la fiducia di chi li segue e aumentando il traffico di visite sul proprio sito.

È importante avere un blog aziendale perché attraverso di esso l'utente non dimentica che dietro un'azienda non ci sono solo prodotti da promuovere, ma persone che quotidianamente si mettono a disposizione per rispondere a un determinato bisogno di chi è approdato sul loro sito. L'informalità permette di bypassare il mero marketing e offrire un valore aggiuntivo al lettore. Per un corporate blog raffinato ci si affida spesso allo storytelling management, una disciplina che, nata in America, ha lo scopo di raccontare la propria storia per conquistare nuovi clienti e fidelizzare quelli che ha già.

"Raccontarsi" permette all'azienda di perdere (senza per questo arrivare alla banalizzazione) quel carattere istituzionale che spesso lascia fuori l'utente e di parlare di argomenti che non trattano direttamente del proprio prodotto, ma di situazioni nelle quali quel prodotto ha la possibilità di entrare in contatto. In questo modo l'azienda indossa i panni dell'utente dando voce ai loro bisogni e soprattutto offrendo soluzioni adeguate.

Passa il tempo, cambiano le mode e il web marketing è in continua evoluzione. La costante in questo cambiamento senza sosta? Il pensiero che è alla base di ogni strategia digitale che guida la comunicazione. Ma esattamente a cosa equivale il pensiero? Al contenuto!
La comunicazione in generale e la comunicazione digitale in particolare deve fondarsi su una strategia di contenuti se vuole raggiungere l'obiettivo prefisso, quello di convertire il lettore in potenziale cliente sfruttando i paradigmi del web. Le strategie digitali che non vengono abbinate a concetti pensati attentamente, tendono ad essere sterili e i concetti che garantiscono maggiormente il risultato sono quelli che ricercano l'innovazione.
In un mondo in cui la concorrenza è molto elevata, essere innovati è ciò che fa la differenza.

Come trasformare però il potenziale cliente in un vero e proprio cliente? Prima di addentrarci in alcune strategie, è bene ricordare che il marketing viene messo a disposizione dell'utente, in questo caso l'utente non riconosce in ciò che sta vedendo un mero prodotto sponsorizzato, ma la soddisfazione di un vero e proprio bisogno. Da questo momento l'utente, il potenziale cliente, diventa un vero e proprio cliente.

Vediamo ora quali sono alcune delle strategie da mettere in atto per raggiungere questo obiettivo: una prima mossa è quella di attrarre giusti visitatori. Per fare ciò occorre:

  • progettare un sito di qualità che non sia lento, visto soprattutto le nuove "regole" di Facebook che penalizza i siti lenti preferibilmente con una parte statica in cui viene presentata l'azienda e una parte dinamica di aggiornamento al fine di aumentare la visibilità;
  • creare un sito responsive avente quindi un layout che si adatti facilmente al device sul quale viene aperto;
  • creare una Landing Page, pagine web che vengono create specialmente per delle campagne pubblicitarie;
  • utilizzare le giuste keyword perché gli utenti iniziano il processo di acquisto sul web utilizzando un motore di ricerca con una specifica parola. Per posizionarsi tra i primi risultati, è necessario che vengano scelte analiticamente le parole chiavi, ottimizzate le pagine e creati contenuti nuovi e di qualità;
  • utilizzare i social network condividendo contenuti di qualità. Questo permette al proprio brand di acquisire un volto umano.

Nel 2017 le aziende che vogliono avere successo, devono essere concettualmente presenti on line. Seppur utili, le vecchie tattiche di marketing come newsletter, volantini, annunci, oggi, nell'era digitale, non bastano più. Le aziende devono essere presenti sul web e devono esserlo nel miglior modo possibile se vogliono avere successo.
Comprendere l'importanza di creare una solida immagine digital per la propria azienda permette di aumentare la visibilità on line attirando a sé numerosi utenti che possono diventare fedeli clienti. Affidarsi a un'agenzia di marketing digitale, che si occupi di svolgere queste attività, rappresenta una garanzia per aumentare la visibilità sul web.

Il conto alla rovescia per il campionato è già terminato, ma per i calciofili è arrivato il momento di conoscere le migliori app per il fantacalcio. Il motivo è molto semplice: il fantasy game dedicato allo sport più seguito in Italia (ovviamente il calcio), ha numerosi appassionati tanto da aver creato un vero e proprio movimento da milioni di persone. Questi utenti ogni giorno si informano, dibattono e creano le proprie formazioni virtuali.
Go Project, società che sviluppa app e composta da un team di appassionati di calcio, ha deciso di studiare il fenomeno, analizzando il gaming come strumento di marketing. Inoltre, approfittando della ricerca, il team sceglierà la propria app dove disputare la propria lega fantacalcistica: un’ottima attività di team building, tranne per i casi di risultato finale 65,5.

Per procedere nella nostra scelta, abbiamo effettuato uno studio prendendo in considerazione caratteristiche quali: intuitività, performance, funzionalità e possibilità di personalizzazione.

Entriamo nello specifico:

  • Intuitività: l’app deve venire incontro a tutti, soprattutto a coloro che sono alle prime armi. L’applicazione scaricata deve essere chiara già dalla prima navigazione, in modo da garantire un’esperienza piacevole;

  • Performance: a quanti non succede di ritrovarsi a pochi minuti dal calcio d’inizio senza la formazione impostata, a causa di una partita infrasettimanale o di una semplice dimenticanza? L’utente non può imbattersi in situazioni di caricamenti lenti, perché la frustrazione è dietro l’angolo e l’abbandono dell’app nell’anno successivo è quasi certo;

  • Funzionalità e personalizzazioni: i fantallenatori diventano sempre più esigenti, proporre un prodotto finito, con regole pre-impostate e poche possibilità di personalizzazione non è più possibile. Dalle regole sulla competizione, che variano di lega in lega, fino alla possibilità di proporre il proprio stemma da sfoggiare con gli amici, sono requisiti che non si possono non prendere in considerazione.

Go Project ha analizzato le migliori app a disposizione sul marketplace, evidenziandone le caratteristiche più importanti:

  • Leghe Fantagazzetta è un’app gratuita, creata e gestita da Quadronica srl, tra le più note in circolazione. La piattaforma ha ottime performance e soddisfa le maggiori necessità dei fantallenatori, grazie alla struttura importante della società che ha pensato all’applicazione. Nulla è lasciato al caso: dalla fase di fantamercato fino alle sfide tra i fantallenatori. Le funzionalità e le personalizzazioni a disposizione sono molte, corredando il tutto con consigli, probabili formazioni della Serie A, statistiche dei giocatori e ultime sul calciomercato. Altro elemento disponibile è la sezione live che ti permette di conoscere in diretta il voto dei giocatori schierati in campo. La formazione si può gestire dall’applicazione, per IOS e Android, e dal portale web.

  • FantaserieA è l’applicazione del fantacalcio ufficiale della Lega Serie A. Con i 500 crediti a disposizione puoi creare la tua squadra e sfidare nelle leghe pubbliche avversari provenienti da tutta Italia: in palio numerosi premi, quali ingressi allo stadio o tappe in luoghi dedicati agli amanti del calcio. I voti sono decisi da numerose statistiche che rendono il risultato più scientifico, evitando la casistica del “voto punitivo” dei giornalisti che manda su tutte le furie i fantallenatori. Disponibile per iOS, Android e Windows Phone, non prevede alcun costo.

  • Fantapazz, molto conosciuta tra gli appassionati del fantasy game, è un’altra app gratuita a tua disposizione. Come Leghe Fantagazzetta, mette a disposizione numerosi dati su giocatori, guide e informazioni utili per la tua scalata verso il successo nella lega; rispetto al competitor citato in precedenza, tuttavia, presenta meno margini di personalizzazione per l’utente. L’applicazione è multipiattaforma, iOS, Android, Windows Phone ma anche PC Windows.

  • FantaMaster Fantacalcio, come le precedenti, è un’applicazione gratuita, disponibile su Google Play Store e App store. Con questa app puoi avere una funzionalità molto interessante: ciò che la caratterizza, difatti, è la presenza di una chat privata dove poter parlare con i propri amici. Anche su questa piattaforma potrai consultare statistiche, rimanere aggiornato grazie alle news e puoi disporre della sezione live.

  • Fantascudetto Sky e Magic Leghe sono altre due soluzioni molto popolari, gratuite, che danno la possibilità di affrontare amici o altri utenti, con in palio numerosi premi (la versione free di Magic Leghe presenta meno funzionalità rispetto alla classica versione pay).

Le app che abbiamo proposto sono gratuite e questo è garantito dalla mole di traffico generato dagli utenti appassionati al gioco: ogni giorno, dal lunedì alla domenica, i fantallenatori tengono il fiato sospeso per gli allenamenti, news dallo spogliatoio, fino alla fase clou della settimana, ossia i match che decidono le sorti delle sfide virtuali. Da tutto questo, i proprietari e i gestori di app riescono a ricavarne dati personali, durate di sessione molto elevate e frequenze di rimbalzo molto basse. L’utente, in cambio di un breve video ads, di un banner pubblicitario o di una concessione al trattamento dei dati personali, ha la garanzia di ottenere una piattaforma che gli assicura il divertimento a portata di cellulare.

Dopo un attento studio, la nostra scelta l’abbiamo fatta: siamo pronti per avventurarci in una sfida senza esclusione di colpi, in quello che sarà un anno ricco di lavoro e di sano sfottò tra colleghi.

Tra le funzionalità messe a disposizione di recente dal social di Mark Zuckerberg, spicca la possibilità di pubblicare un video di copertina su una fan page (come alternativa alla classica immagine) per rendere la propria pagina social più accattivante all’occhio dell’utente, o per trovare nuove vie per promuovere contenuti considerati da te rilevanti.

Ecco di cosa necessiti per pubblicare un video di copertina su una fan page:

  • Un video di durata compresa tra i 20 e i 90 secondi;
  • Il formato richiesto è di 820x321 pixel. I video dotati di dimensioni diverse sono ridimensionati, quindi, a seconda della grandezza, ritagliati o ingranditi;
  • Il video di copertina si avvia automaticamente, senza audio, dando la possibilità all’utente di scegliere se farsi coinvolgere dal video oppure mettere in pausa e proseguire la propria navigazione.

La procedura di pubblicazione del video di copertina è molto semplice: posiziona il cursore in alto a sinistra della tua attuale immagine di copertina e clicca su “Cambia copertina” (o, qualora non dovesse esserci nessun avatar, il pulsante reciterà “Aggiungi una copertina”); scegli se caricare un video o pubblicarne uno da quelli presenti nella tua “libreria” del social. Adesso il video è pronto per essere condiviso con i tuoi fan!

Il video di copertina è uno strumento che può essere utile per promuovere i tuoi contenuti, poiché presenta molti vantaggi evidenti, a livello comunicativo, rispetto a una semplice immagine. Da tenere a mente sono i requisiti richiesti dal social per non scatenare un effetto contrario da quello desiderato: infatti il non rispettare le dimensioni corrette, può portare alla pubblicazione di un video sfocato.
Non ti resta che provare a seguire le nostre indicazioni e coinvolgere i tuoi utenti in una nuova esperienza sulla tua fan page.

Conoscere le dimensioni ufficiali delle immagini di Facebook è fondamentale, perché una buona comunicazione non può prescindere dai requisiti richiesti dal social network in materia di ottimizzazione di contenuti. Pubblicare un’interessante infografica o impostare un’immagine di copertina senza badare alle corrette misure, può avere come risultato un’immagine sfocata, fuori schema che si traduce in una potenziale occasione di engagement persa. Spesso si dice che le dimensioni non contano ma in ottica di ottimizzazioni social questo non è vero. Approfondiamo il tema.

Le dimensioni ufficiali delle immagini di Facebook

  • Immagine del profilo: senza ombra di dubbio è uno degli elementi fondamentali di una fan page. Bisogna avere cura di pubblicare l’immagine del profilo con le corrette dimensioni, poiché è tra i primi elementi che appare all’utente che scopre la tua attività e, in ottica di corporate identity, è il logo che ti renderà riconoscibile sui social, accompagnandoti in tutte le interazioni. Le dimensioni corrette sono 180x180, con ratio 1:1: ciò significa che l’avatar dovrà essere a tutti gli effetti un quadrato (queste misure sono valide non solo per le fan page, ma anche per i profili personali su piattaforma Facebook);

  • Immagine di copertina fan page: assieme all’immagine del profilo, è ciò che caratterizza a prima vista la tua fan page (o il tuo profilo personale). Può essere veicolo per grafiche che fanno parte della tua identità, per promozioni che vuoi mettere in risalto o per un evento imminente che hai necessità di promuovere. Le dimensioni corrette sono 828x315 pixel e ratio 2.7:1 (se ti interessa scopri anche inserire dei video di copertina);

  • Immagine di copertina gruppi ed eventi: per coinvolgere gli utenti nei tuoi gruppi o nei tuoi eventi, ciò di cui necessiti è di un’immagine accattivante, ottimizzata per la piattaforma social. Le dimensioni corrette sono 784x295 pixel per i gruppi, mentre 801x250 pixel per gli eventi;

  • Immagini Carosello: il formato Carosello è la funzionalità che ti permette di condividere link inserendo più immagini, dando la possibilità all’utente di passare da uno slot all’altro. Le dimensioni corrette sono 600x600 pixel, con ratio 1:1;

  • Immagine su Timeline: se hai intenzione di condividere un’immagine sulla tua Pagina o sul tuo profilo, conoscere le dimensioni corrette ti potrà essere utile per raggiungere i risultati sperati. Le dimensioni corrette sono 1200x630 pixel e ratio 1.9:1;

  • Immagine Facebook Ads: prestare attenzione alle dimensioni corrette nella promozione di un prodotto o di un servizio è fondamentale poiché, per una questione di millimetri, il tuo investimento su Facebook ADS può perdere potenziali utenti in target. Le dimensioni corrette sono le seguenti:
    - Click al sito web 1200x628 pixel;
    - Conversioni al sito web 1200x628 pixel;
    - Like di pagina 1200x444 pixel;
    - Sponsorizzazione post 1200x900 pixel;
    - Event response 1200x444 pixel;
    - Local awareness 1200x628 pixel;
    - Installazione App 1200x628 pixel;
    - App engagement 1200x628 pixel;
    - Offer Claim 1200x628 pixel;
    - Visualizzazione video 1200x657 pixel.

L’attenzione alle dimensioni richieste dal social network di Zuckerberg non è un dettaglio trascurabile e non rispettarne i parametri può comportare diverse controindicazioni. Dedica attenzione alla fase di editing e, se il tuo è un contenuto di qualità, verrà ricompensato in termini di engagement da parte degli utenti social.

Le Landing Page, letteralmente "pagine di atterraggio", sono pagine web create ad hoc per delle campagne pubblicitarie, specialmente a pagamento. La Landing Page è ottimizzata in ottica SEO rispetto agli obiettivi della campagna, ma non è organica alla site map del sito. L'obiettivo della Landing Page è quello di convertire contatti e azioni specifiche attraverso una user experience, nonché contenuti studiati e ottimizzati per la campagna in oggetto. Grazie alla Landing Page si ottiene un report verticale sulla quantità e qualità del traffico.

La Landing Page è uno degli elementi fondamentali del web marketing che ha come obiettivo quello di convertire semplici visitatori del sito in contatti o in clienti, pertanto gli obiettivi della Landing Page possono essere riassunti in due punti, a seconda dei quali poi la pagina verrà realizzata in maniera differente. In particolare questi obiettivi sono:

  • portare l'utente a compilare eventuali moduli di contatti;
  • indurlo ad acquistare direttamente da lì un prodotto.

Un concetto strettamente collegato a quello di Landing Page è: conversione. A prescindere dall'obiettivo che ci si propone, quello primario della Landing Page è di raggiungere la conversione da visitatore del sito a contatto o cliente. La conversione viene definita micro quando l'attività che viene completata è, ad esempio, una registrazione via email che può precedere la conversione macro, quindi l'acquisto di un determinato prodotto. Le Landing Page vengono dunque create appositamente affinché ci sia tale conversione.

Si comprende da qui quanto una Landing Page sia fondamentale e rappresenti uno degli strumenti del "direct response marketing" per monitorare fin da subito i dati di una campagna così da valutare immediatamente cosa funziona e cosa invece bisognerebbe modificare per ottimizzare e spingere alla conversione. La Landing Page semplifica, infatti, i passaggi per l'utente che, per esempio, si vuole iscrivere a una newsletter o vuole acquistare un prodotto.